L’idiozia abortita degli “assistenti civici” rivela il fallimento del “reddito di cittadinanza”.
A quanto pare l’idiozia degli”assistenti civici” è stata sepolta nell’arco di meno di 24 ore.
Ma, lasciando stare le facezie cui si è prestata, ha evidenziato l’esito fallimentare della legge che avrebbe dovuto “abrogare la povertà” ovvero il “reddito di cittadinanza”.
Come già per la questione degli stagionali per la raccolta dei pomodori, la domanda sorta spontanea a tanti è stata: “ma perchè non lo facciamo fare a loro, almeno un pò se li guadagnano i 600 € (in realtà, spesso, molto meno) che lo Stato elargisce?”.
Domanda ingenua. La legge non prevede, infatti, alcuno strumento per costringere i beneficiari del REI a indossare la pettorina dello “spione civico” o a chinare la schiena nelle assolate coltivazioni del sud.
Ma la questione resta; cosa gli facciamo fare a questi qui?
Com’è noto il meccanismo del REI avrebbe dovuto essere un portentoso collettore di impieghi che, sotto l’attenta regia dei “navigators”, avrebbero cambiato la vita di centinaia di migliaia di disoccupati più o meno cronici.
Com’è andata, a un anno e mezzo dall’entrata in vigore, è sotto gli occhi di tutti.
Mentre sono emersi centinaia di casi di percettori abusivi (delinquenti, lavoratori in nero, singles di facciata grazie a finti trasferimenti di residenza) e chissà quanti restano ancora sommersi, nemmeno un posto di lavoro è stato creato con il meccanismo inventato dal professore del Missisipi “scoperto” da De Maio (quello scappato negli Stati Uniti agli inizi della pandemia, abbandonando a se stesso l’ente preposto da lui presieduto).
Dicasi nessuno.
Tant’è che, appunto, ogni volta che si presenta una situazione di necessità di personale (artefatta, come nel caso dei “civici” o reale come nel caso dei pomodori), ci si chiede: “ma cosa facciamo fare a sti qui?”
Sta di fatto che, a parte i consueti scoppi a vuoto di Italia Viva, a nessuna delle forze politiche al governo viene in mente che, mentre si vanno cercando denari all’Europa con il cappello in mano, forse sarebbe il caso di rivedere un provvedimento che costa una barca di soldi (con tutto l’inutile baraccone di navigators pressochè nullafacenti), si è rivelato del tutto inefficiente e non vale granchè nemmeno come marchetta clientelare, considerati i sondaggi a picco dei grillini, che credevano di costruirvi una “poderosa” base di consensi.
Con che faccia possiamo atteggiarci a quelli che puntano i piedi con gli arcigni rigoristi del nord, quando conserviamo questa imbarazzante sacca di sprechi per cui siamo andati a incrementare il nostro debito pubblico con tanto di grotteschi festeggiamenti al balcone per l’audace impresa?
Ma di chi vogliamo essere presi sul serio se nessuno (nemmeno l’europeista e serioso PD, titolare del ministero chiave con il pacioso Gualtieri), avverte la necessità di prendere l’impegno di una riforma radicale e razionale di un provvedimento che, pur necessario in un paese con le “nuove povertà” in crescita, è stato realizzato in un modo totalmente pasticciato e dilettantesco dal governo gialloverde?
Sono domande su cui incombe, ahimè, la prospettiva di un silenzio tombale.
Quello della politica “impotente” che, giorno dopo giorno (scemata la sindrome di Stoccolma collettiva che aveva condotto sugli scudi l’Avvocato del popolo “uomo solo al comando”), sta sfaldando la fiducia degli italiani nei confronti del governo, ormai prossima alla miseranda soglia del 30%.
Tornando alla vicenda degli “assistenti civici”, la stessa ha messo “a sbalzo” la viralità (è il caso di dirlo..) dell’approccio grillino alle politiche di governo. Con un PD che, nel caso di specie nella persona di Boccia, si è rivelato assai esposto all’infezione. Un Ministro che, con tutti i problemi di una fase 2 affrontata “a tentoni”, tira fuori una scemenza estemporanea di tal fatta (con tanto di photo opportunity con indosso la triste pettorina blu), è evidente che ha raccolto il guanto di sfida dei 5scemi a chi fa la pegiore figura di.. palta.
Poi qualche voce sparuta (anche dalle parti del PD9 ha un sussulto. “I ministri facciano i ministri”.
I ministri che fanno i ministri…. Vabbè, lasciamo perdere, dai.